Napoli, colpo di scena: Ngonge potrebbe partire

Il belga, tra i più positivi da gennaio ad oggi, non è incedibile per Conte, che ha rimandato anche il talentino Popovic, relegato in Primavera

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 agosto 2024
Cyril Ngonge (Ansa)

Cyril Ngonge (Ansa)

Napoli, 14 agosto 2024 - Non solo il mercato in entrata, in fibrillazione alla luce del viaggio di Giovanni Manna a Londra per provare ad accelerare per Romelu Lukaku e Billy Gilmour: il Napoli, come tutte le squadre in questa fase dell'anno, deve anche procedere con le uscite, tra quelle eccellenti (Victor Osimhen) e normali esuberi da smaltire, seppur tra mille difficoltà e rallentamenti (non ultima la fumata nera tra Jens Cajuste e il Brentford, al quale potrebbe subentrare l'Ipswich Town). La situazione degli azzurri è però più complessa, perché da questa stagione in panchina siede Antonio Conte, l'allenatore-manager che fin dal suo insediamento ha preso le redini in mano della squadra e pure del club, facendo scivolare in un insolito ruolo secondario un Aurelio De Laurentiis mai come quest'anno più defilato e silenzioso. Il tecnico salentino non ha deluso le attese in tal senso, andando forse addirittura oltre le aspettative dei piani altissimi della società partenopea: lo dimostrano determinate prese di posizione nate dopo aver osservato i giocatori al lavoro tra Dimaro e Castel di Sangro. Nella mannaia di Conte, oltre ad elementi già in bilico e ai margini del progetto per diversi motivi, sono finiti anche i nomi che nessuno si sarebbe aspettato: Michael Folorunsho, messo alla porta nonostante il fresco rinnovo fino al 30 giugno 2029 e l'altrettanto fresco ingresso nel giro della Nazionale e, mossa ancora più a sorpresa, Cyril Ngonge, in ordine cronologico l'ultima 'vittima illustre' del nuovo allenatore azzurro.  

Ngonge sul mercato, ma...

Arrivato a gennaio 2024 dall'Hellas Verona per 18 milioni più bonus, nel contesto del crollo verticale del Napoli del girone di ritorno il belga si è distinto per aver portato almeno una ventata di freschezza, oltra alla capacità di saper fare quasi tutto in attacco. Dall'esterno destro, ruolo più consono, all'attaccante centrale, oltre al sottopunta o all'occorrenza, grazie a un buon mancino naturale, all'ala sinistra: la duttilità di Ngonge sembrava poter conquistare anche Conte e il suo 3-4-2-1 che in fase offensiva ammicca tanto al 3-4-3. Invece, a sorpresa, anche il classe 2000 potrebbe uscire, ma solo a fronte dell'offerta buona. Insomma, la bocciatura non è netta, ma Ngonge tutto è tranne che un intoccabile per Conte. E dire che proprio il suo ingresso aveva dato brio all'attacco azzurro nella recente gara di Coppa Italia contro il Modena, non a caso vinta solo grazie alla lotteria dei rigori. L'ingresso del belga, subentrato a Pasquale Mazzocchi proprio con il fine di alzare il baricentro offensivo, ha avuto un ottimo impatto sul match tra buoni cross mal sfruttati dai compagni, tentativi in prima persona e, ultimo solo in ordine cronologico, il penalty trasformato con freddezza al momento della resa dei conti. Quella che sembrava una prova di sostanza e verve atta a convincere ulteriormente Conte del suo apporto da fornire alla causa azzurra rischia invece di rivelarsi un mezzo buco nell'acqua. Mezzo, perché appunto Ngonge uscirà solo a fronte dell'offerta buona, che non è detto che arrivi. Per il momento si registra qualche timidissimo sondaggio dal Bologna, che aveva cercato il belga già nelle ultime due sessioni di mercato prima appunto del blitz decisivo del Napoli, che curiosamente domenica proverà a sfruttare il fattore ex: Ngonge al Verona si è consacrato nel calcio italiano nel giro di pochissimo tempo ma, sempre nel giro di pochissimo tempo, è stato sostituito benissimo dall'Hellas, che la sua salvezza l'ha costruita proprio dalla rivoluzione di gennaio, oltre a sistemare le finanze. Se all'epoca il belga fu accantonato e dimenticato in poco tempo nel contesto di una squadra sportivamente disperata, stavolta la beffa potrebbe essere ancora più cocente, con la bocciatura, se parziale o totale lo dirà solo il mercato, rimediata nonostante i tanti sforzi profusi per giocarsi al meglio la prima occasione di far fare un salto di qualità alla propria carriera.

Che fine ha fatto Popovic?

  Sempre a gennaio il Napoli sbaragliava una concorrenza foltissima per accaparrarsi Matija Popovic, talentuosissimo trequartista capace di disimpegnarsi anche a sinistra o, grazie a una fisicità tutt'altro che banale, addirittura come punta centrale. Con una formula un po' atipica, il club partenopeo 'parcheggiò' il classe 2006 al Monza, dove arrivò formalmente da parametro zero ma con la 'promessa' di svincolarsi a fine giugno per raggiungere poi il club partenopeo. Così è stato, ma finora del talentino serbo nato in Germania si sono perse le tracce prima di ritrovarlo inserito nella formazione Primavera: probabilmente non proprio ciò che si aspettavano il diretto interessato e la stessa società, che mesi fa pensava di aver fatto il colpaccio non di certo per la squadra Under-19, che comunque necessita di puntelli per provare a ritornare nella categoria principale. Invece la realtà è questa ed è probabile, se non addirittura certo, che la regia occulta dietro le quinte sia sempre quella di Conte, che con le sue valutazioni sta muovendo i fili del mercato azzurro come nessun allenatore aveva mai fatto nella ventennale gestione De Laurentiis. Evidentemente Popovic non è stato reputato pronto dal tecnico azzurro, che non a caso sta orientando i suoi suggerimenti su profili più esperti e pronti. Insomma, nel Napoli della stagione appena cominciata ci sarà poco spazio per le scommesse e i giovani e molto di più per il cosiddetto usato sicuro. Lo dimostrano gli acquisti messi già a segno, con Leonardo Spinazzola tutt'altro che giovane, Alessandro Buongiorno già molto navigato in Serie A a dispetto dell'età e Rafa Marin che, non a caso, con ogni probabilità partirà dalla panchina, e lo dimostrano le piste battute: su tutte quella che conduce a Lukaku, un colpo (in cantiere) non da De Laurentiis ma da Conte, il deus ex machina del mercato azzurro. Almeno nelle intenzioni: i fatti parlano di una difficoltà forte sia in entrata sia in uscita. Se poi a questo ingorgo già esistente si sommano le possibili cessioni a sorpresa, come quella di Ngonge, allora il rebus si fa ancora più complicato da risolvere.

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