Napoli, missione Cagliari per Lukaku e Neres

I due, rimasti ad allenarsi a Castel Volturno, puntano la gara dell'Unipol Domus per debuttare da titolari, confermando il grande impatto in azzurro

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
8 settembre 2024
Romelu Lukaku (Ansa)

Romelu Lukaku (Ansa)

Napoli, 8 settembre 2024 - In Nazionale c'è chi va e chi no, tra scelte proprie o dei piani alti della propria rappresentativa. Qualsiasi sia la motivazione, a beneficiarne è il club di appartenenza, che nel caso del Napoli vede gioire anche Aurelio De Laurentiis, notoriamente non proprio un 'amico' delle Nazionali. A far festa in realtà è anche Antonio Conte, che al netto di chi comunque ha dovuto rispondere alla chiamata della propria rappresentativa ha comunque potuto preparare bene l'insidiosa trasferta di Cagliari. In effetti, finora tre delle quattro partite disputate in stagione dal Napoli hanno avuto luogo nella cornice amica, di nome e di fatto, del Maradona, dono sono arrivati altrettanti successi, a loro volta tutti da scorporare ed esaminare: bene, a tratti benissimo, con il Bologna, decisamente meno bene con Modena in Coppa Italia (con la vittoria arrivata solo tramite la lotteria dei rigori e previa traversa colpita dagli emiliani) e Parma in campionato (con un recupero extralarge e i ducali a lungo con un uomo in meno, per giunta il portiere di ruolo, e a loro volta fermati ben due volte dai legni). L'unico match esterno, quello all'esordio della Serie A, ha invece visto gli azzurri cadere malamente sul campo del Verona, stavolta con la traversa come nemica e dopo una prestazione a due facce: buona la prima parte, pessima la seconda, con un crollo verticale alla prima difficoltà. Certo, era un Napoli diverso, ancora in fase di rodaggio, ma questa teoria in effetti si può applicare a tutte le squadre in questa fase della stagione: comprese le avversarie, curiosamente tutte emiliane, presentatesi finora a Fuorigrotta e sconfitte in modalità diverse. Di mezzo però, per tutti, c'è stata la sosta, che parlando del Napoli è servita principalmente ad integrare i nuovi arrivi e in particolare Romelu Lukaku e David Neres, che curiosamente in realtà hanno già debuttato alla grande in azzurro.  

Un inizio sprint

  Il belga, pronti, via e ha segnato, come un po' da copione nella sua carriera: per lui finora in azzurro appena 28' in campo e un gol, quello pesantissimo che ha aperto la rimonta contro il Parma. Per il brasiliano invece i minuti passati sul terreno di gioco sono addirittura meno (23'), spalmati però in 2 presenze e impreziositi da 2 assist. Anche in questo caso, non male come inizio, a testimonianza di un ambientamento avvenuto con estrema rapidità. Un allenatore scafato come Conte conosce però i rischi nascosti in simili partenze sprint: le aspettative, già alte alla luce dei 58 milioni sborsati soltanto per i cartellini dei due giocatori, ai quali sommare i 17,6 milioni lordi per gli ingaggi, adesso si impenneranno all'infinito nel contesto di una stagione che gli esami più duri deve ancora proporli. Si parte da quello di riparazione in trasferta, con il banco di prova di Cagliari che come sempre sarà tutt'altro che banale, e si arriva a quando il calendario metterà di fronte i primi big match, con la Juventus a spiccare per prima in ordine cronologico: in entrambi i casi, dopo la falsa partenza di Verona, il Napoli dovrà dimostrare di essere forte anche lontano dal Maradona, tornato un fortino dopo un digiuno lunghissimo. Non solo: gli azzurri, da intendersi come la squadra nella sua collettività e con particolare riguardo ai due volti nuovi in esame, dovranno dimostrarsi forti, solidi e soprattutto determinati anche in contesti di partita con un'inerzia diversa. Nel dettaglio, Lukaku dovrà essere il perno centrale dell'attacco anche in partite complicate, nelle quali i palloni da giocare saranno pochi e difficili. Da lui Conte, in quelle giornate, si aspetterà un ruolo anche di 'lavatrice' capace di trasformare in oro per se stesso e per i compagni giocate sulla carta quasi da buttare. Insomma, Lukaku dovrà essere bravo, banalmente, a far salire la squadra e a fare da pivot con e senza palla, e chissà che queste doti, oltre a quella già sfoggiata di segnare, non tornino utili già a Cagliari. Poi c'è Neres, che dovrà confermare le sue qualità da furetto imprendibile a destra (o a sinistra) anche contro difese più chiuse ed ermetiche: praticamente quelle delle grandi squadre o di formazioni di fascia medio-bassa ben serrate, come potrebbe essere appunto il Cagliari in versione domestica. Il brasiliano, rimasto a Castel Volturno, in questi giorni ha lavorato sodo per migliorare la propria condizione, per la verità apparsa già buona, e candidarsi a una maglia da titolare per l'Unipol Domus, magari a spese di Matteo Politano, che a sua volta ha trascorso la prima parte della sosta con le medesime aspirazioni. Chissà se i due hanno convinto Conte: l'impressione è che per il belga sia vicino, se non vicinissimo, il debutto da titolare, mentre il brasiliano potrebbe partire ancora dalla panchina per poter sfruttare le sue capacità esplosive a partita in corso.

La strategia di ADL

  Paradossalmente, la mancanza delle competizione europee in questo non aiuta Conte e la rosa profonda messa a sua disposizione, ma la sessione di mercato appena chiusa, con i suoi numeri monstre (149,5 milioni spesi), è anche un investimento con vista sul futuro per quando il Napoli tornerà a disputare un torneo continentale: magari addirittura la Champions League, come auspicato ovviamente da De Laurentiis. A quel punto, sempre ragionando nel raggio del triennio con Conte in panchina, la squadra sarà già rodata per recitare un ruolo da protagonista anche fuori dai confini nazionali. I piani del patron sono chiari e volti a ricostruire il Napoli dalle fondamenta non solo per la Serie A, provando tra l'altro a farlo subito e senza più trascorrere altre stagioni interlocutorie (per non dire deludenti). Mai come stavolta nel quartier generale di Castel Volturno ha regnato la programmazione per il futuro: alla squadra, sotto la guida sapiente di Conte, il compito di tradurre in realtà i piani teorici di De Laurentiis, che dopo la lezione dell'anno scorso questa volta davvero non ha badato a spese, anche a costo di rischiare di 'spettinare' i bilanci notoriamente molto sani del proprio club.

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