Napoli, De Laurentiis: "Giuntoli juventino? Lo avessi saputo in anticipo me ne sarei liberato prima”

Il patron mattatore alla presentazione delle nuove maglie: “Osimhen? Senza un’offerta irrinunciabile non partirà. Siamo ambiziosi, ma dovremo fare i conti con il mercato nostro, con quello delle rivali e con tante altre variabili"

10 luglio 2023
De Laurentiis con la nuova maglia scudettata del Napoli

De Laurentiis con la nuova maglia scudettata del Napoli

Napoli, 10 luglio 2023 - Un nuovo sponsor, una nuova location e una nuova maglia, fregiata di uno scudetto atteso 33 anni: il Napoli comincia a tuffarsi nella stagione alle porte e lo fa in pompa magna, in pieno stile Aurelio De Laurentiis.

“Osimhen? Resta, ma...”

Dall'acqua di un noto marchio che di fatto apponeva una vistosa chiazza rossa sulla divisa dei partenopei all'acqua del golfo sulla quale avviene il varo della livrea che vestiranno gli azzurri nel prossimo campionato, quello che sarà ancora permeato da un tripudio senza fine: parola di ADL. "Per noi è l'inizio di una nuova era perché dopo decenni è tornato lo scudetto: tuttora ci sono tracce degli addobbi nella città di una festa che proseguirà a lungo". Tutto vero, ma adesso per il Napoli ci sarà da difendere il titolo senza poter più contare sul lavoro vincente di Luciano Spalletti: per De Laurentiis non è un problema anche grazie all'innesto in panchina di Rudi Garcia. "Speriamo di fare bene l'anno prossimo: a tal riguardo, ho preso un allenatore che avrà tutto il mio supporto e che proseguirà l'opera del suo predecessore aggiungendo un prezioso tocco di internazionalità". Tra passato, presente e futuro, il patron tesse le lodi di una società esemplare sotto diversi aspetti al punto da rifiutare il concetto di miracolo sportivo o di impresa. "E' vero: a molti sembrava impossibile riportare lo scudetto a Napoli dopo l'addio di Diego Armando Maradona: ci siamo riusciti grazie a un modello unico basato sulla sostenibilità e su uno scouting di primo livello guidato da Maurizio Micheli, che ringrazio. Non a caso siamo l'unico club italiano a partecipare a competizioni europee da 15 anni di fila". Le vere lacune del club partenopeo in effetti sembravano albergare fuori dal rettangolo verde di gioco, con una struttura societaria deficitaria in alcuni settori: lacune che De Laurentiis sta provando a colmare con azioni che vanno ben al di là dello sfarzo della nave da crociera che ospita la presentazione delle nuove maglie. "Alla crescita sportiva stiamo provando ad abbinare un miglioramento generale: dal marketing al network internazionale, aiutato dagli innesti di giocatori da varie parti del mondo e anche dai marchi nuovi sulle maglie, che sono ancora autoprodotte e da quelli che già c'erano che sono stati confermati". Archiviata la parentesi legata alle presentazioni, si apre quella ben più attesa del mercato. Il tormentone principale dell'estate azzurra è sempre lo stesso: Victor Osimhen resta o no? "Senza un'offerta irrinunciabile non partirà. In caso contrario ce ne faremo una ragione e troveremo un giocatore altrettanto forte". Insomma, niente di nuovo sotto il sole del capoluogo campano, con il ritornello che rimane lo stesso. Un'altra costante è il modulo. "Io non voglio abbandonare il 4-3-3, anche perché abbiamo un centrocampo fortissimo. Inoltre, si tratta di un modulo che valorizza la difesa". A tal riguardo il pensiero va a Kim Min-Jae, a un passo dal Bayern Monaco e, soprattutto, al suo possibile erede, con De Laurentiis che si sbilancia. "Mi piace molto Ko Itakura e, in generale, mi piacciono molto i giapponesi: magari salutiamo un sudcoreano e accogliamo un nipponico. In generale, l'errore da non fare sarà cercare i cloni dei giocatori che non abbiamo più: ognuno ha le sue caratteristiche e bisogna rispettarle".

La stilettata a Giuntoli

Insomma, come al solito le idee chiare non mancano a De Laurentiis che mai come ora, tanto per restare in ambito nautico, naviga con il vento in poppa. La speranza del patron è che continui a farlo anche il Napoli, che celebra se stesso e i suoi trionfi cercando nello stesso tempo di non crogiolarsi in una festa tuttora perenne: una bella sfida, forse la più difficile. Per adesso, a pochi giorni dalla partenza per il ritiro di Dimaro, gli azzurri hanno scelto la via della continuità, seppur con delle eccezioni. Si comincia dal primo addio in ordine cronologico, quello di Spalletti, citato di sfuggita da De Laurentiis: un po' una consuetudine quella del patron di girare in fretta pagina. E' andata ancora peggio a Cristiano Giuntoli, di fatto già invisibile quando era ancora formalmente il direttore sportivo del Napoli: figurarsi ora che è passato all'acerrima rivale Juventus. A tal riguardo non manca la stilettata del patron. "Se avessi saputo in anticipo di questa sua passione per il bianconero me ne sarei liberato prima". Classe, eleganza e soprattutto gratitudine per chi, a maggior ragione alla luce delle proprie passioni, ha lavorato al meglio centrando due obiettivi di norma antitetici: vincere sul campo e risanare le finanze. E' invece pienamente in rampa di lancio Micheli, che da responsabile dello scouting potrebbe assumere a breve un ruolo ben più prestigioso nell'organigramma del club: sempre sotto la supervisione di ADL, il 'Grande Fratello' di un Napoli che vuole continuare a sognare, ma tenendo gli occhi ben aperti. "L'obiettivo ora lo abbiamo fissato al centro delle nuove maglie: dipenderà da noi e da come lavoreremo ma anche dal mercato e da come si muoveranno gli altri club. Naturalmente sarebbe sciocco non riprovarci in campionato e non cercare di crescere in Europa, ma le variabili in ballo sono tante". A proposito di mercato: anche lo stesso Napoli, a parte la questione Osimhen e la caccia a un nuovo difensore, deve decidere il da farsi. "A breve avrò il primo summit con Garcia, che è al centro del progetto: abbiamo già una lista di interventi da effettuare. Si comincia dal dover decifrare il futuro degli elementi arrivati all'ultimo anno di contratto: andrà valutato presto cosa fare per decidere se allenarli o meno in ritiro. Di certo - conclude il patron - se hanno intenzione di giocare duro insieme agli agenti, dico che troveranno pane per i loro denti: non ho bisogno di nessuno e se restano fermi per una stagione il maggior danno non sarà quello accusato dal club". Insomma, neanche lo scudetto appena sbarcato sulle maglie ha ammorbidito il durissimo De Laurentiis.

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