Napoli, dalle uscite di Turati e Conte al crollo dell'Inter: il nuovo borsino scudetto
La giornata 33 segna una svolta nella lotta per il titolo: gli azzurri vincono a Monza ma devono convivere con un allenatore sempre più polemico, mentre la Beneamata perde a Bologna

Il gol di McTominay a Monza sull'uscita di Turati (Ansa)
Napoli, 21 aprile 2025 - Snodo cruciale in chiave scudetto doveva essere e snodo cruciale è stato: la giornata 33 di Serie A segna uno scossone potenzialmente decisivo in vetta alla classifica, dove ad ora regna a pari punti (71) il binomio Inter-Napoli. Per provare a dirimere la contesa prevenendo uno spareggio che manca dal 1964, e che curiosamente si intreccia con la strettissima attualità, mancano 5 turni: sulla carta il cammino più in discesa è quello degli azzurri, che dovranno vedersela, nell'ordine, con Torino, Lecce, Genoa, Parma e Cagliari, mentre la Beneamata dovrà affrontare Roma, Verona, Torino, Lazio e Como, con nel mezzo gli impegni di Coppa Italia e Champions League e tutto ciò che comportano a livello di dispendio di energie psicofisiche. Come sempre, ci si dividerà tra chi sosterrà che giocare di più, al netto del rischio infortuni (presente anche in ogni seduta di allenamento), possa aiutare o meno a dispetto di chi invece ha un calendario meno fitto. Opinioni: la certezza, ad oggi, è che il Dall'Ara è ancora indigesto per l'Inter, mentre il Napoli paradossalmente rivaluta quel pareggio ottenuto sul medesimo campo appena poche settimane fa che invece, all'epoca, aveva lasciato il retrogusto amaro dell'occasione persa.
L'Inter, il Bologna, la Pasqua e lo spareggio scudetto: analogie e differenze
Proprio i minuti finali dei due match contro il Bologna delle due rivali per lo scudetto assumono oggi quasi le sembianze del presagio: mentre Santiago Castro, pur con l'attenuante del precario equilibrio nell'occasione e delle attuali condizioni fisiche non ottimali, manca il colpo del ko lisciando la sfera a zero metri dal debuttante Simone Scuffet, Riccardo Orsolini beffa Yann Sommer con un'acrobazia da stropiccarsi gli occhi. Questo è quanto accaduto al Dall'Ara rispettivamente nelle ultime settimane e poche ore fa. Poi c'è uno snodo ben più diluito nel tempo che coinvolge l'U-Power Stadium: a metà settembre l'Inter vi pareggia 1-1, mentre sabato il Napoli lo espugna sfruttando l'ennesima rete (la nona in campionato, nonché la decima stagionale) di Scott McTominay e, soprattutto, un'uscita a vuoto di Stefano Turati. Per una bruttura quasi tutta italiana, i punti di fine stagione vengono considerati più pesanti di quelli raccolti, o lasciati per strada, quando il campionato è alle prime battute. Lo stesso 2-2 incassato in rimonta a Parma rischia oggi di assumere un'altra consistenza in casa Inter, seppur con un asterisco di speranza bello grosso che coinvolge un Napoli che al Tardini, notoriamente un'altra trappola, deve ancora fare tappa. Tra punti guadagnati, punti persi, episodi fortunati o sfortunati e tutte le altre disquisizioni del caso, la realtà è che oggi nerazzurri e partenopei hanno gli stessi punti e ai primi questo scenario con possibile vista sullo spareggio non rievoca bei ricordi. Manco a dirlo, c'entra appunto ancora il Bologna, che nel 1964 si cucì il settimo (e ultimo) scudetto della sua storia aggiudicandosi la 'bella' in un torrido giorno di inizio giugno dopo un campionato ricco di veleni, scandali e polemiche da far impallidire il calcio di oggi che corre anche ai ritmi isterici dei social. Anche in quell'anno, curiosamente, l'Inter fece tappa all'allora Comunale nel giorno di una Pasqua che sarebbe stata ribattezzata 'di sangue' più per un equivoco titolo di giornale che per gli effetti venti di guerra che soffiavano tra le due rivali: all'epoca arrivò una vittoria, ma pure il mancato successo in campionato a fine stagione. Ora potrebbe accadere l'opposto, o forse no, con il Napoli a giocare il ruolo di new entry in una situazione che da ieri sera vive di nuovi equilibri.
Le uscite di Turati e Conte
La gemma di Orsolini e il calendario all'apparenza più in discesa rispetto a quello dei rivali, tra l'altro appesantiti anche dal contraccolpo psicologico per la rimonta incassata, sembrano spostare l'onere della pressione sulle spalle degli azzurri, che intanto a Monza, insieme ai tre punti, rimediavano due uscite. Una, quella di Turati, di fatto apre l'intero specchio della porta a McTominay, sempre di più l'uomo della provvidenza e, chissà, forse dello scudetto. Se i gol dello scozzese ormai non fanno più notizia, in un certo senso anche le uscite di Antonio Conte pre e post partita stanno diventando una costante di cui probabilmente tutti farebbero a meno. Il tecnico salentino non perde occasione di sottolineare, a suo modo, quanto il legame con il Napoli sia in realtà molto più fragile di ciò che dica il contratto in scadenza il 30 giugno 2027. Dalle infrastrutture a suo dire fatiscenti ai polemici media locali, passando per il vivaio piuttosto scarso prima di arrivare alla cessione a gennaio di Khvicha Kvaratskhelia, il vero pomo della discordia dell'intera vicenda: la magia della luna di miele sembra essersi dissolta per Conte, che con una tale condotta non può che essere divisivo. Per qualcuno, a dispetto di ciò che ha detto il campo nelle ultime gare e di ciò che propone il prossimo calendario, il rischio di destabilizzare l'ambiente e la squadra proprio nel tratto clou della stagione è altissimo, mentre per qualcun altro vale la tesi opposta: queste esternazioni, in maniera più o meno voluta, stanno spostando il focus dell'attenzione e della pressione dai giocatori all'allenatore, evidentemente più abituato a ricoprire questo ingrato ruolo. Probabilmente l'ago della bilancia dei giudizi definitivi si sposterà solo al termine del campionato, a seconda dell'esito della lotta scudetto che da ieri vede il Napoli praticamente in pole position. Merito di tutto quanto accaduto nella 33esima giornata di Serie A, rimasta per ora incompiuta per la sospensione decisa a causa della morte di Papa Francesco. L'Inter cade (ancora) a Bologna, mentre il Napoli a fatica ha la meglio della Cenerentola Monza e lo fa in pratica solo grazie a un'uscita infelice di Turati, così come lo sono state quelle di Conte che, chissà, viste da un'altra prospettiva alla fine potrebbero rivelarsi anche un aiuto alla squadra.
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