Napoli, dalla sconfitta con il Girona alla stasi sul mercato: il silenzio di Conte

Il primo k.o. in amichevole sembra aver smorzato l'entusiasmo del nuovo progetto, alle prese con parecchie grane da risolvere: su tutte la situazione di Osimhen

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
4 agosto 2024
Antonio Conte (Ansa)

Antonio Conte (Ansa)

Napoli, 4 agosto 2024 - Ci sono silenzi più eloquenti delle parole e ce ne sono altri che si prestano a diverse chiavi di lettura. Nel caso di quello di Antonio Conte ci si piazza nel mezzo: forse è troppo presto per far scattare l'allarme rosso, ma probabilmente la pesante sconfitta contro il Girona, seppur sempre nel contesto del calcio d'agosto, qualcosa avrà smosso in seno al tecnico salentino, che dopo l'inizio boom della sessione di mercato magari si aspettava un altro ruolino di marcia. Invece il Napoli, messe le prime toppe, cosa comunque non scontata, si è un po' accartocciato su se stesso e su questioni, anche di principio, che permangono a meno di una settimana dall'inizio ufficiale della stagione, in programma sabato 10 agosto contro il Modena per i 32esimi di finale di Coppa Italia.  

Il caso Osimhen

Si parte ovviamente dal caso principe del mercato azzurro e forse in generale dell'intera sessione estiva: appena un anno fa era impossibile immaginare l'ingresso di Victor Osimhen nel novero degli esuberi, quegli elementi ormai ai margini che faticano a trovare nuove squadre. Invece è tutto vero: uno dei principali eroi dello scudetto, poco dopo più di un anno solare dallo stesso, è diventato un problema per il Napoli. Anzi, le crepe nel rapporto tra il nigeriano e il club partenopeo si sono create proprio all'indomani della festa più attesa, quando i discorsi per un rinnovo in ballo già da tempo si sono arenati sotto i colpi delle richieste esose del giocatore e del muro altrettanto netto alzato dal quartier generale di Castel Volturno. Il compromesso, forse complice l'aria natalizia, è stato trovato a dicembre, con un rinnovo ponte ma dalle cifre extralusso: Osimhen ha aggiunto un anno al suo contratto originale, la cui scadenza è passata dunque dal 30 giugno 2025 al 30 giugno 2026, mentre il Napoli gli ha elargito uno stipendio da paura, 10 milioni netti, che in quei mesi l'ha reso il giocatore più pagato della Serie A. Non solo: nel nuovo contratto viene inserita una clausola rescissoria dal valore oscillante tra i 120 e i 130 milioni, volta a sciogliere il legame nell'estate successiva (quella in corso) senza passare nelle trattative dalle Forche Caudine chiamate Aurelio De Laurentiis, il presidente che nei mesi caldi diventa il 'signor no' per eccellenza. A quanto pare, a sentire l'ex direttore sportivo Mauro Meluso, anche nella scorsa estate il patron avrebbe rispedito al mittente un'offerta monstre per il proprio bomber nonostante gli attriti sul tasto rinnovo fossero già ampiamente avviati. All'epoca da parte di ADL c'era la volontà di lanciare un segnale a tutti, rivali e non: il Napoli, dopo aver toccato l'apice con la vittoria dello scudetto, non avrebbe dismesso il progetto, cedendo i pezzi pregiati. I responsi emessi dal campo, il giudice supremo finale nel calcio, non avrebbero premiato il presidente e il suo coraggio, che forse in quel momento di apoteosi totale sforava nella tracotanza, trasformando Osimhen in un problema in seno alla squadra prima e sul mercato poi. Se questo è il passato, l'attualità presenta il conto al Napoli e a De Laurentiis, con il nigeriano bloccato a Dimaro prima e a Castel di Sangro poi e, con lui, tutto il mercato è a un punto morto. Intanto ci sarebbe un Romelu Lukaku che aspetta notizie dal capoluogo campano per ricongiungersi con il suo allenatore dei sogni, quello che attualmente comincia a preoccupare per il suo silenzio che probabilmente c'entra poco con l'amarezza a caldo per la sconfitta con il Girona.

Stasi sul mercato

 Certo, aver perso in malo modo la prima amichevole probante, contro una formazione che giocherà la prossima Champions League, altro tasto dolente in casa Napoli, può aver fatto suonare un piccolo campanello d'allarme: passano il tempo e gli allenatori e cambiano pure i giocatori, ma certi errori difensivi tra gli azzurri si vedono ancora, così come si vede una fase offensiva non sempre letale come auspicato. Non solo: a preoccupare tutti, probabilmente Conte in primis, c'è un centrocampo ricco di incognite e forse, ad oggi, privo del rinforzo chiesto in sede di mercato. Un mercato che, come ribadito proprio dal tecnico salentino nel giorno della presentazione in pompa magna, sarebbe stato plasmato a più mani e molto su impulso della nuova guida. Insomma, per espresso desiderio e forse addirittura come conditio sine qua non per accettare una sfida stimolante ma comunque priva almeno per una stagione della vetrina della Champions League, Conte ha chiesto, preteso e (in teoria) ottenuto un ruolo da manager che finora qualche riscontro lo ha dato negli innesti precoci di Leonardo Spinazzola e Alessandro Buongiorno. Poi, dopo un inizio sprint che era valso al club partenopeo il titolo di dell'inizio della sessione, qualcosa nel mercato azzurro si è inceppato, tra trattative a rilento, idee confuse ed esuberi difficili da piazzare, con Osimhen, proprio lui, che guida questo drappello. Tra i consueti giocatori ai margini del progetto e il nigeriano c'è però una differenza bella pesante: l'ingaggio altissimo, che finora staziona in tribuna proprio come il giocatore che lo incassa. Insomma, Osimhen e i 10 milioni che guadagna appartengono ancora al Napoli, che però non ha utilizzato questo patrimonio tecnico ed economico nelle amichevoli estive. Probabile, a questo punto, che il trend prosegua anche in Coppa Italia, con Giacomo Raspadori a guidare l'attacco azzurro e Giovanni Simeone e Whalid Cheddira come alternative in panchina: forse non esattamente la schiera offensiva auspicata da Conte in questa fase della stagione, allo stadio embrionale, sì, ma neanche tanto per una squadra che prima di Ferragosto si giocherà già il primo obiettivo stagionale. Nel calciomercato però, si sa, tutto può cambiare nel giro di pochissimo tempo: specialmente qualora una delle tante parti in causa decida di spostarsi dai propri paletti iniziali. Un messaggio neanche tanto indiretto a De Laurentiis e forse allo stesso Osimhen, i due 'signor no' dell'estate azzurra.

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