Napoli, pace (quasi) fatta con il Maradona nella serata in cui cadono i tabù

Gli azzurri staccano il pass per gli ottavi di Champions League e lo fanno tornando a vincere in casa dopo 76 giorni anche grazie a una rete di Osimhen, a secco quasi per lo stesso periodo

di Redazione Sport
13 dicembre 2023
Napoli-Braga, Osimhen in azione (Ansa)

Napoli-Braga, Osimhen in azione (Ansa)

Napoli, 13 dicembre 2023 - La prima missione è stata compiuta: il Napoli è qualificato agli ottavi di finale di Champions League, l'obiettivo minimo stagionale fissato da Aurelio De Laurentiis, uno che sogna in grande in questa competizione. Non solo il fine ultimo: gli azzurri hanno staccato il pass per la fase successiva con una prova solida in entrambe le fasi contro lo Sporting Braga che sembra di buon auspicio in vista del prosieguo della stagione.  

Pioggia di milioni

  Presto cambierà ancora lo scenario: via le musichette e i lustrini della Champions League, quelli che notoriamente fanno spesso da stimolo ulteriore ai giocatori e spazio (ancora) a un campionato che, almeno per quanto riguarda il sogno legato al bis nello scudetto, ha imboccato una brutta strada. In realtà, finché la matematica lascerà uno spiraglio per il Napoli campione in carica sarà bene, se non addirittura quasi un obbligo morale, continuare a seguire le vicende al vertice che al momento vedono Inter e Juventus indirizzate verso un duello all'ultimo sangue. I freddi numeri evidenziano però altre priorità, che tornano ad ammiccare a quanto esplicitamente chiesto in estate da De Laurentiis: la qualificazione alla prossima Champions League, un habitat ormai naturale per il club partenopeo, i cui bilanci notoriamente si nutrono proprio dei ricavi derivanti dalla competizione continentale più prestigiosa. Parlando della stretta attualità, con il passaggio agli ottavi di finale concretizzatosi ieri sera al Maradona dopo il rotondo successo sullo Sporting Braga il Napoli ha messo in carniere oltre 67 milioni, aperti dagli ormai noti 15,64 milioni relativi alla semplice partecipazione che spettano alle singole squadre italiane. L'altra fonte di guadagni attiene al ranking storico relativo all'ultimo decennio di ogni singola formazione, con le varie contendenti a spartirsi una torta da oltre 600 milioni complessivi: agli azzurri dovrebbero andare poco più di 22 milioni. Si arriva poi al market pool, che alle società italiane offre circa 34 milioni, da dividere in due parti, con la prima (17 milioni) assegnata in proporzione al piazzamento in campionato nella passata stagione, quella del trionfo in campionato del Napoli: la seconda (altri 17 milioni) viene divisa in base al numero di partite che ogni squadra giocherà nella prossima Champions League. Insomma, in base a quest'ultimo parametro si viaggia ovviamente ancora sui binari dell'incertezza e delle ipotesi: due parole che non piacciono a De Laurentiis, che intanto accoglie i 9,6 milioni frutto di un passaggio agli ottavi che deve fungere da rampa di lancio e non da meta finale.  

Pace (quasi) fatta con il Maradona

  Certo, in questi casi il ragionamento è sempre il solito: lodarsi e ricevere encomi per le finanze sane del club viene ammesso e, anzi, addirittura propiziato, mentre se poi la piazza prova a stimolare (per non dire pretendere) un uso più massivo delle risorse economiche in sede di mercato allora la questione viene stoppata sul nascere in nome di un tifoso che deve pensare col cuore e non fare il 'ragioniere'. E' un po' il discorso che si fa con gli episodi: tirati in ballo dagli allenatori (e non solo) quando negativi, ma sottaciuti quando positivi in nome di una sorta di 'sindrome di Calimero' che, in fondo, fa sempre comodo. Parlando dei due incroci tra Napoli e Sporting Braga, è inevitabile ricordare le due autoreti che hanno inevitabilmente indirizzato le rispettive contese e l'intero testa a testa tra le due formazioni: all'andata ci pensò Sikou Niakaté, squalificato al ritorno e sostituito in tutto e per tutto 'degnamente' da Serdar Saatci. Insomma, il cosiddetto episodio positivo (doppio tra primo e secondo round) utile a sbloccare una partita che comunque, a occhio e croce, il Napoli sarebbe stato comunque in grado di indirizzare verso i binari amici. L'importanza del 2-0 rifilato ai lusitani grazie anche al gol di Victor Osimhen (che torna ad esultare dopo un digiuno di 65 giorni) va ben oltre il pass raggiunto per gli ottavi di finale, discorso che vedeva gli azzurri disporre già alla vigilia di un ampio ventaglio di combinazioni per avanzare in Champions League: il tutto al cospetto di una squadra, quella portoghese, apparsa di fatto mai capace di poter espugnare davvero il Maradona con più di un gol di scarto. Il discorso si sposta proprio sull'impianto di Fuorigrotta, diventato un rebus di difficile soluzione per il Napoli: contro lo Sporting Braga gli azzurri assestano un primo colpo al tabù interno, sfatato dopo ben 76 giorni. Una finestra temporale enorme per qualsiasi formazione: a maggior ragione per quella che detiene il titolo in carica in campionato. Ecco, per fermare realmente l'emorragia al Maradona manca la vittoria in Serie A, da cercare magari già sabato contro il Cagliari: una partita, sulla carta, decisamente alla portata e comunque lontana da quelle che hanno caratterizzato il lungo e intenso ciclo di ferro che ha sferrato un colpo pesantissimo alle ambizioni più grandi del Napoli. Ambizioni rovinate (per ora) anche da una fase difensiva carente. Anche in tal senso la serata di Champions League ha lenito le ferite ancora sanguinanti, come quella di una porta che proprio non riusciva a restare inviolata: dopo 38 giorni la missione è riuscita con bravura, compattezza e quel pizzico di fortuna (leggi: episodi positivi) che serve sempre, come quando solo il palo ha respinto la sventola scoccata da Ricardo Horta. Adesso per il Napoli paradossalmente comincerà la parte più difficile: confermare i segnali di crescita al cospetto di avversari, sempre sulla carta, non irresistibili, con la Roma (incerottata) a fare da eccezione. Prima ancora gli azzurri dovranno superare, sempre al Maradona, gli ostacoli Cagliari e Frosinone negli ambiti, rispettivamente, di campionato e Coppa Italia: due snodi cruciali nell'imminente futuro della squadra di Walter Mazzarri, che intanto fa pubbliche dichiarazioni d'amore al 4-3-3. Chi l'avrebbe mai detto fino a poco tempo fa? Così come, in effetti, chi avrebbe mai potuto prevedere il suo ritorno sulla panchina del Napoli? Dal dopo scudetto in poi all'ombra del Vesuvio è successo davvero di tutto.

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