Napoli, si avvicina il rinnovo di Osimhen. Quanto guadagnerà

A un passo il prolungamento fino al 2026. Ma, paradossalmente, l'addio in estate è ancora un'ipotesi

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO -
14 dicembre 2023
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 14 dicembre 2023 - Dalle strette di mano post scudetto alla freddezza estiva fino alla quasi rottura totale autunnale: la vicenda lagata al rinnovo dell'accordo che lega Victor Osimhen al Napoli ha vissuto diversi picchi negli ultimi mesi prima della recente schiarita, quella che sembra finalmente il preludio al tanto agognato prolungamento.

Un post scudetto complicato

 Naturalmente, proprio i continui ribaltoni vissuti finora inducono alla cautela finché non arriveranno le firme e gli annunci del caso, con gli account social di Aurelio De Laurentiis che verosimilmente saranno oggetto di molti clic nelle prossime ore. Stavolta però le brutte sorprese sembrano essere state scongiurate. Merito anche del faccia a faccia avvenuto nella giornata di mercoledì tra il patron e Roberto Calenda, agente del nigeriano, nonché l'uomo che appena poche settimane fa, sempre a mezzo social, aveva infiammato l'atmosfera e aperto l'ennesima crepa tra le parti. Tutto nacque dall'ormai ben noto 'caso TikTok', con l'account ufficiale del Napoli che si macchiò di una serie di contenuti non esattamente lusinghieri per Osimhen, bersagliato dal fuoco amico dopo il rigore fallito di Bologna e le seguenti polemiche per la sostituzione della discordia: fuori il nigeriano e dentro Giovanni Simeone, con un Rudi Garcia chiaramente già sfiduciato dallo spogliatoio a raccogliere l'ira del numero 9 azzurro. Insomma, troppo per Calenda, che tuonò su X (ex Twitter), facendo presagire la rottura totale tra le parti. Invece, paradossalmente, proprio quella serataccia, unita al cambio in panchina che ha riportato Walter Mazzarri a Fuorigrotta, ha riavvicinato il Napoli e Osimhen, metaforicamente e anche fisicamente. Ieri infatti De Laurentiis e Calenda si sono rivisti dopo il gelo calato paradossalmente dalla stagione calda in poi: la fumata è stata forse addirittura più bianca del previsto, con il nero su bianco che potrebbe arrivare a strettissimo giro di posta. Di certo, sempre a meno di altri ribaltoni, entro la fine dell'anno Osimhen sarà blindato, seppur con riserva, dal club partenopeo, che si cautela così scacciando lo spauracchio più temuto: vivere la prossima estate, quella che avrebbe segnato l'inizio dell'ultimo anno del contratto attualmente in scadenza il 30 giugno 2025, praticamente spalle al muro in sede di mercato, con l'obbligo di vendere e neanche al miglior offerente giusto per scongiurare l'addio a zero già a partire dal gennaio successivo.

I dettagli del nuovo contratto

 Invece Osimhen sta per legarsi al Napoli fino al 30 giugno 2026: dunque, 'solo' un anno in più sul contratto che però ha un valore simbolico ed economico altissimo. Si comincia appunto per la maggiore serenità con cui sarà vissuta la prossima estate tra le parti: nessuno, almeno sulla carta, avrà una posizione di predominanza eccessiva sull'altro e qualsiasi decisione dovrà essere presa di comune accordo. Sempre a meno che non sopraggiunga un club, verosimilmente solo straniero, capace di coprire una clausola rescissoria dal valore oscillante tra 130 e 140 milioni, con la prima cifra più vicina alla realtà. Una somma del genere, si sa, può stimolare i club più facoltosi e spendaccioni (magari quelli della ricchissima Arabia Saudita), ma può anche spaventare le società più attente alle spese o semplicemente convinte che Osimhen, in fondo, il suo meglio lo abbia già espresso all'ombra del Vesuvio, come successo per tanti giocatori che poi altrove si sono persi totalmente o in parte. In caso di seconda ipotesi, Osimhen resterà in azzurro diventando il calciatore più pagato in Italia grazie ai 10 milioni netti incassati a stagione: un bel salto rispetto ai 4,5 milioni attualmente percepiti. Qualora invece si concretizzasse la prima ipotesi, o via clausola rescissoria (forse dal valore più indicativo che effettivo) o tramite una cessione ordinaria, il Napoli si ritroverebbe le casse piene di denaro fresco per avviare quel processo che forse sarebbe dovuto cominciare nell'immediato post scudetto: un restyling generale che non avrebbe il fine di smantellare l'attuale squadra, quanto quello di ridare nuova linfa a un progetto entrato in una (prevedibile) fase di stasi dopo aver toccato il punto più alto. Farlo però nell'estate della festa più lunga e attesa avrebbe inevitabilmente incontrato lo sfavore della piazza: anche di quella (ampia) fetta che oggi recrimina a De Laurentiis un mercato troppo soft e avaro di colpacci degni del tricolore che svetta sulle maglie azzurre. Per una volta, anzi, per la verità lo scenario si è verificato di frequente negli ultimi anni, il patron ha agito (anche) per non inimicarsi la tifoseria: basti pensare anche alla pace fatta, con tanto di foto social, con le frange più calde della curva, quelle appena poche settimane prima definite con epiteti impossibile anche da riportare. Difficile dire quanto e se De Laurentiis abbia sbagliato a confermare quasi in blocco la rosa dello scudetto, dato che una delle poche lacune vere (al netto dell'ottima prova contro lo Sporting Braga di Natan) si è palesata con tutta la sua forza dopo l'addio di Kim Min-Jae, una delle poche cessioni di peso effettuate. Probabilmente la verità sta invece nel mezzo, con il Napoli che forse è entrato fisiologicamente in un'annata di transizione dopo un risultato del genere, raggiunto dopo ben 33 anni. Se fosse solo questione di tempo, la prossima estate partirà il nuovo ciclo azzurro. La domanda diventa una sola: con o senza Osimhen? L'imminente rinnovo, soltanto da suggellare, spinge verso la prima ipotesi, con i partenopei (e il loro eventuale nuovo allenatore) che si ritroverebbero dunque già in rosa un bomber dalla resa sicura. Sì, perché in effetti Osimhen, al netto dell'infortunio occorso e delle turbolenze con la piazza e soprattutto con Garcia, non ha mai dimenticato come si segni: non male, specialmente se rapportato al calo netto avuto da diversi compagni di squadra. Qualora si verificasse il secondo scenario, De Laurentiis potrebbe disporre di circa 130 milioni per rinforzare la squadra andando a correggere ciò che ora non funziona: non male anche qui, ma solo a patto di tornare ad avere uno scouting da scudetto.

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