Napoli, Manna: "Osimhen un problema sul mercato ma De Laurentiis è stato lungimirante"

Il direttore sportivo ripercorre i punti salienti della sessione estiva: "Lukaku il punto di incontro tra i nostri desideri e quelli di Conte. McTominay e Gilmour hanno voluto fortemente l'azzurro"

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
20 settembre 2024
Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 20 settembre 2024 - I meriti per il mercato monstre da 149 milioni operato in estate dal Napoli sono andati in gran parte ad Aurelio De Laurentiis, il presidente che non ha badato a spese pur di accontentare Antonio Conte, il suo nuovo allenatore. Eppure, l'onere di valutare come spendere al meglio il suddetto budget è andato a un altro volto nuovo dalle parti di Castel Volturno: Giovanni Manna, il direttore sportivo che, più o meno nell'ombra, ha plasmato la rivoluzione del club partenopeo che per ora sta dando i suoi frutti in campo. Proprio come il tecnico salentino, anche il dirigente salernitano ha un passato alla Juventus, la prossima avversaria degli azzurri nella gara in programma sabato 21 settembre alle 18 all'Allianz Stadium. Per i due il ritorno nel capoluogo piemontese di domani sarà sicuramente ricco di ricordi e suggestioni, con Cristiano Giuntoli che dall'altra parte probabilmente vivrà una serata ugualmente non banale.

E chissà cosa penserà De Laurentiis, che proprio commentando il passaggio del suo ex direttore sportivo all'acerrima rivale pose un veto categorico per il futuro della sua società: mai più dipendenti juventini. La storia, come spesso succede anche al cospetto dei giuramenti più ferrei, avrebbe detto ben altro e, oltre a Conte, proprio Manna diventa l'emblema del nuovo corso del Napoli. Nuovo, sì, ma con già alle spalle mesi di lavoro e impegno che, per ora, stanno pagando i dividendi attesi. Nel pomeriggio il direttore sportivo azzurro è intervenuto ai microfoni di Radio Crc proprio per tracciare un primo bilancio della sua avventura all'ombra del Vesuvio: avventura mai banale per i suoi già citati trascorsi in bianconero né per le sue origini salernitane.

La querelle Lukaku-Osimhen

Il racconto di Manna parte proprio dall'inizio. "La chiamata del Napoli è arrivata a febbraio ed è stata inaspettata. Era un periodo molto tranquillo della mia vita e, con grande emozione, sono stato contattato dai vertici della società". Insomma, grandi retroscena dietro al suo approdo a nel quartier generale di Castel Volturno non ce ne sono: tutto è filato liscio come l'olio, cosa che invece non si può dire in toto della sessione di mercato da poco alle spalle. "Sicuramente abbiamo avuto delle criticità. Penso innanzitutto alla situazione di Victor Osimhen che, insieme ad altre uscite complicate, ha un po' bloccato tutte le nostre operazioni. Grazie alla lungimiranza del presidente siamo comunque riusciti ad arrivare agli obiettivi che ci eravamo prefissati, sperando ora che il campo ci dia ragione". Al netto di giudizi molto parziali, come ammesso tra le righe dallo stesso Manna, molto saggio a dispetto dei suoi soli 36 anni, il rettangolo verde sta premiando il lavoro del club partenopeo: nello specifico, sono già ottimi i feedback raccolti per Romelu Lukaku, l'erede dell'ormai ex bomber dello scudetto, che a suo modo ha continuato a incidere (ma in negativo) anche senza scendere in campo. "Victor ha complicato molte cose.

Ci aveva espresso chiaramente la sua intenzione di non giocare più nel Napoli e di voler andare via. Inizialmente non ci sono state le condizioni affinché ciò succedesse, ma noi stavamo comunque cercando un attaccante che coniugasse le nostre esigenze tecniche a quelle dell'allenatore: da qui la forte virata su Romelu". Non solo: il capolavoro del club partenopeo e dello stesso Manna è stato riuscire a prendere la nuova punta cedendo quasi in contemporanea lo scontento per eccellenza. "Osimhen in Turchia, con il mercato giù chiuso in Europa, è stata una bella opportunità. Il Galatasaray si è fatto sotto appena era finita la nostra sessione. All'inizio da parte nostra e dello stesso Victor c'è stata una chiusura, perché nei mesi precedenti si erano già palesate occasioni simili e nessuno di noi voleva il prestito come soluzione. Poi - continua Manna - abbiamo trovato la quadra e una soluzione appagante per tutti, nonostante, chiaramente, la nostra intenzione fosse di cedere il giocatore, cosa che non è stata possibile".

I retroscena su McTominay e Gilmour

Ancora prima di mettere una toppa sul caso del nigeriano, il Napoli aveva dato una bella accelerata sul mercato e in particolare sul centrocampo, con gli innesti di Scott McTominay e Billy Gilmour. "Scott ha voluto fortemente questa maglia e ciò per noi, considerando che militava in una realtà prestigiosa come il Manchester United, è stato motivo di soddisfazione: l'operazione è partita da lontano ma è diventata fattibile alla fine proprio grazie alla volontà del ragazzo. Billy invece - continua Manna - è il primo centrocampista che abbiamo cercato e trattato. A luglio l'affare era fatto e definito, poi alcune dinamiche tipiche del mercato lo hanno rallentato: penso anche all'infortunio di Matt O'Riley, a causa del quale il Brighton ci aveva chiesto di spostare tutto a gennaio. Poi c'è stata una fase di stallo, ma anche in questo caso è stata decisiva la volontà di Gilmour di raggiungerci".

Insomma, il Napoli si ritrova ad acquisire appeal internazionale nell'anno in cui non ci sono le competizioni europee: merito anche di Conte, un altro ex Juventus proprio come Manna. "Sono due grandi realtà molto diverse. Ora sono focalizzato sul progetto Napoli, di cui sono felicissimo di far parte. Quanto alla partita di domani, mi auguro sia bella e piacevole tra due grandi squadre. Noi veniamo da 3 vittorie di fila, frutto di tanto lavoro quotidiano, mentre loro per DNA sono abituati a vincere. Inoltre - continua Manna - sono partiti benissimo in Champions League e quindi avranno molto entusiasmo. Ho visto la gara con il Psv Eindhoven e per noi, non essendo felici di non partecipare, è difficile anche solo assistere. Tornare a disputare quel torneo è il nostro obiettivo e per raggiungerlo sappiamo che la strada è lunga e faticosa, a maggior ragione perché siamo reduci da un campionato molto negativo. Abbiamo tutti i presupposti per farcela, perché il progetto è importante e la piazza è calorosa, ma come sempre sarà solo il campo a parlare".

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