Napoli, Conte scaccia la pressione: "Abbiamo un gap dalle altre. Osimhen potrebbe partire"
Da Dimaro il nuovo allenatore traccia un primo bilancio sulla sua avventura in azzurro: "Ho trovato una squadra ancora avvilita per l'anno scorso. Allo stesso tempo, tutti hanno capito i loro errori: anche la società"
Napoli, 13 luglio 2024 - Dal giorno della presentazione ufficiale non è trascorso molto tempo. Eppure, a distanza di poche settimane, Antonio Conte sembra già molto più padrone di un Napoli che, non a caso, dai primi assaggi di mercato sta uscendo sempre più a immagine e somiglianza del suo nuovo allenatore. Gli stessi primi giorni di ritiro a Dimaro stanno forgiando, nel corpo e nello spirito, la squadra che sarà chiamata a riscattarsi dopo l'annus horribilis del post scudetto. Squadra che, dopo aver accolto gli innesti già ufficiali di Leonardo Spinazzola, Rafa Marin e Alessandro Buongiorno, potrebbe cambiare volto anche con qualche uscita illustre, come confessato senza mezzi termini proprio dal tecnico salentino: ogni riferimento a Victor Osimhen non è casuale.
Il mercato e il confronto con il passato
Prima ancora però, davanti a microfoni e taccuini in un ritiro più blindato rispetto agli altri anni, con alcune sessioni di allenamento precluse ai tifosi, Conte ha commentato i primi acquisti, quelli che hanno reso il Napoli la squadra regina dell'inizio della sessione di calciomercato. "Stiamo dimostrando di avere le idee chiare su cosa fare: sia in quest'ambito sia a livello di lavoro sul campo. Per un club come il nostro pensare al presente ma anche al futuro è fondamentale: per entrambe le cose sono perfetti Marin e Buongiorno, giovani ma potenzialmente delle colonne della squadra a lungo termine. Spinazzola invece è stato una grande opportunità che siamo stati bravi a cogliere". Secondo il Conte pensiero c'è però un motivo concreto per il quale il Napoli sta lavorando sodo sul mercato e attiene al recente passato, quello invece un po' dimenticato dai bookmakers, che danno molta fiducia agli azzurri per il prossimo campionato al punto da piazzarli al terzo posto in un'ipotetica griglia di partenza. "L'anno scorso questa squadra ha chiuso a 41 punti dall'Inter prima e a 15 punti dalla zona Champions League: sono numeri importanti per sparire in pochi giorni di lavoro. Questa è la realtà dei fatti - ammette Conte - della quale devono tenere conto coloro che si occupano dei pronostici. Inoltre, parlando dell'Inter, potremmo dire che finora si è anche rinforzata in un ipotetico testa a testa con noi perché ha ingaggiato Piotr Zielinski, un nostro giocatore simbolo che è approdato in una rivale". Difficile stabilire il confine tra pensieri (e timori) veri e la voglia invece di togliere pressione dalle spalle della sua squadra, un po' la specialità di un allenatore che a livello dialettico ha pochi eguali. Quando però si arriva a toccare la questione Osimhen, data la situazione contrattuale ben nota, il tono del tecnico salentino si fa ancora più serio e ulteriormente più radicato nella realtà. "C'è un accordo interno secondo il quale potremmo perdere Osimhen, il più forte nell'anno dello scudetto. Anche per questo motivo, se fossi negli scommettitori, ridimensionerei le aspettative sul Napoli: a maggior ragione se con questo 'giochino' vogliono metterci pressione addosso".
I casi Osimhen, Kvara e Di Lorenzo
Il primo 'noi contro tutti' di Conte in salsa partenopea, che magari avrebbe avuto comunque luogo, ma in termini antitetici, qualora intorno agli azzurri ci fosse stato uno scetticismo eccessivo da parte di stampa e allibratori, lascia poi spazio alle riflessioni sui primi giorni di ritiro e in generale di attività con la sua nuova squadra. "Stiamo lavorando bene, nel contesto di un ritiro in mezzo alla gente come non ne facevo da tempo, ma inevitabilmente qualche scoria dell'anno scorso c'è ancora in seno ai ragazzi: non dimentichiamoci mai quanto il campionato passato sia stato deludente per loro sotto ogni punto di vista. Ho provato a metterci una pietra sopra, ma forse da un lato è un bene tenere quell'esperienza in un cassetto, così come quella della vittoria dello scudetto: tutto, all'occorrenza, potrà tornarci utile. Ciò che è successo l'anno scorso è stato per una responsabilità di tutti, a cominciare dalla società. Posso però dire - continua Conte - che, parlando dei giocatori, ho trovato una piena consapevolezza di ciò che non ha funzionato e la voglia di non ripeterlo". Il discorso torna poi su Osimhen, intorno al quale verosimilmente ruoterà la seconda parte del mercato azzurro, quella che potrebbe riguardare il restyling dell'attacco. "La mia firma ha un po' modificato gli equilibri e le settimane successive sono servite a rimettere il Napoli al centro del mondo. Ora è successo e anche giocatori come Victor hanno capito la situazione. Oggi è ancora un nostro elemento e, in quanto tale, lui sa bene cosa è chiamato a fare: per la precisione lavorare sodo in attesa di ciò che accadrà sul mercato, che non dipende totalmente da noi". Gli altri casi che hanno scosso la prima parte dell'estate azzurra riguardano altri pezzi da novanta come Giovanni Di Lorenzo e Khvicha Kvaratskhelia: il primo totalmente rientrato, il secondo pure ma con un rinnovo ancora da formalizzare per mettere a tacere qualsiasi 'mal di pancia', ed entrambi con il comune denominatore di un Conte già dominante negli equilibri interni. "Sugli aspetti tecnici sento di avere voce in capitolo, come mi era stato promesso dal presidente, che ringrazio. Per il caso Di Lorenzo è stato bravo anche il club: io ho avuto un ruolo di equilibratore, ricordando a tutte le parti in causa che sarebbe stato un peccato buttare via in questo modo un rapporto del genere". In chiusura, una panoramica sui singoli: dal duo di centrocampo composto da André-Frank Zambo Anguissa e Stanislav Lobotka ("Sono ancora i migliori in quel reparto") alle possibilità di permanenza di elementi come Gianluca Gaetano e Michael Folorunsho che rientrano dai rispettivi prestiti. "Su tutti loro c'è già una visione di insieme, ma nello stesso tempo dovrò fare delle valutazioni più approfondite. Di certo, al momento non abbiamo bisogno di centrocampisti: torneremo su questo ruolo solo qualora uscisse qualcuno". Infine, una parola sul modulo, presumibilmente più fluido del previsto. "Lavoreremo sulla possibilità di partire a tre o a quattro nella costruzione da dietro".
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