Napoli, torna il rebus modulo: tra 4-3-3 e 3-5-2 è Neres l'ago della bilancia

Le condizioni del brasiliano rischiano di influenzare a catena le scelte di Conte in vista del match contro il Torino

di GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
22 aprile 2025
David Neres (Ansa)

David Neres (Ansa)

Napoli, 22 aprile 2025 - Messe in cassaforte le buone nuove arrivate da Monza e Bologna, per una combinazione vincente che ha consentito l'aggancio all'Inter in vetta alla classifica a quota 71 punti, per il Napoli è tempo di voltare pagina a maggior ragione per non dilapidare quanto raccolto nell'ultimo turno di campionato, tra l'altro ancora da completare. All'orizzonte c'è il Torino, la classica squadra che a primavera inoltrata staziona a metà classifica apparentemente senza più grosse ambizioni e velleità e che, in quanto tale, può apparire come un avversario non complicato da superare. Potrebbe essere così, con la differenza di motivazioni che alla lunga potrebbe presentare il suo conto, in un senso o nell'altro, oppure la maggiore spensieratezza di chi si gioca meno rischia di ribaltare la questione. Poi ci sono le riflessioni in seno agli azzurri, che coinvolgono direttamente Antonio Conte, tra infermeria e relative conseguenze sul modulo da utilizzare: praticamente il tormentone nel quartier generale di Castel Volturno degli ultimi mesi.  

Neres e il dilemma modulo

  Quasi come un revival di cui tutto il Napoli avrebbe volentieri fatto a meno, gran parte delle riflessioni ruotano intorno alle condizioni fisiche di David Neres, reduce dal riacutizzarsi dei guai al soleo già accusati in precedenza. Una ricaduta che scoperchia le altre presunte vulnerabilità della rosa che Conte, in modo più o meno soft, di tanto in tanto evidenzia. Manco a dirlo, l'attore non protagonista è sempre Khvicha Kvaratskhelia, diventato in un certo senso quasi più rilevante da assente che da presente nei suoi ultimi tempi in azzurro. Via il georgiano e dentro Noah Okafor, un cambio sul mercato ruolo per ruolo che - per usare un eufemismo - ha convinto poco un po' tutti, tra tifosi e addetti ai lavori: a capeggiare la fazione degli scontenti c'è ovviamente il tecnico salentino, che evidentemente vede poco (come si suol dire) pure Cyril Ngonge, il classico jolly d'attacco che sa fare un po' tutto ma che alla fine paradossalmente rischia di essere quasi danneggiato dalla sua duttilità. Tornano così in rilievo Neres e il suo polpaccio 'ballerino', intorno al quale ruotano scelte molto radicali in vista delle prossime cruciali partite. Con il brasiliano a disposizione si veleggia verso l'ovvia conferma del 4-3-3, il modulo che continua a fornire più garanzie nonostante diversi asterischi anche piuttosto recenti. La stessa gara di Monza, ben più complicata del previsto, alla fine è stata risolta per metà dalla panchina e dall'uomo finito di nuovo in soffitta con l'accantonamento del 3-5-2. Entra Giacomo Raspadori, tanto per restare sui jolly d'attacco e relativi pro e contro, e dopo neanche 10' in campo arriva l'assist buono per la testa di Scott McTominay, seppur con la generosa collaborazione dell'uscita a farfalle di Stefano Turati. Al di là della questione modulo, l'impressione è che un Napoli tutt'altro che brillante in questo sprint finale da non sottovalutare abbia bisogno del brio di uno dei pochi elementi della rosa capace di fare da collante tra il centrocampo e il reparto avanzato. Nonché con colui che tuttora è il partner migliore di Romelu Lukaku, che come di consueto in questa stagione (e in generale nella sua carriera) non conosce vie di mezzo: o uomo decisivo a suon di gol e assist o fantasma quasi deleterio in campo.

Buongiorno da valutare e gli incroci di mercato tra Napoli e Torino

  Poi, dall'attacco alla difesa, ci sarebbe da valutare anche la situazione di Alessandro Buongiorno, che in teoria scalpiterebbe per rientrare contro la sua ex squadra, della quale è stato, seppur per poco tempo, un emblema. Alla volontà dell'ex granata fa da contraltare la cautela dello staff sanitario del club partenopeo, che non vuole forzare i tempi in un reparto, quello arretrato, privo probabilmente fino al termine della stagione di Juan Jesus e della sua esperienza. Dunque, meglio evitare passi falsi che possano complicare ulteriormente il rush finale di campionato, nel quale probabilmente si nasconderanno più insidie di quanto non si possa pensare di primo acchito. Anche perché Rafa Marin sta dimostrando che in Serie A ci può stare, seppur forse senza quell'aura da predestinato e da grande colpo di mercato che portava con sé al momento dello sbarco nel capoluogo campano. Certo, il tasso di difficoltà si alzerà già a partire dal prossimo match, quello che al Maradona porterà un Torino che di qualità dalla trequarti in su non ne ha mica poca. Proprio dalla cintola in su non mancheranno le suggestioni a tinte miste. Se il grande ex Duvan Zapata ha da tempo finito la stagione, un altro con un passato azzurro come Eljif Elmas dovrebbe regolarmente tornare a Fuorigrotta per mettere in mostra le sue qualità. Allo stesso tempo, Paolo Vanoli dovrebbe disporre di Cesare Casadei, uno che invece al Napoli non ha (ancora?) fatto tappa ma che a quelle latitudini piace parecchio: con tanto di corteggiamento nella sessione invernale e, ancora prima, in estate, di ipotesi di inserimento nella trattativa con il Chelsea per accaparrarsi Lukaku. Tra passato e possibile futuro, il presente propone invece un match cruciale per la stagione degli azzurri, da vincere a ogni costo, a prescindere dal risultato di Inter-Roma (ancora a caccia di una collocazione in calendario a causa del rinvio per i funerali del Papa) per non dilapidare subito l'inerzia positiva acquisita lo scorso turno. Questione di punti in classifica ma anche di fattore psicologico: un eventuale passo falso dopo aver incassato le ottime novelle sull'asse Monza-Bologna potrebbe cambiare ancora le carte in tavola del testa a testa scudetto che comunque, verosimilmente, durerà fino all'ultimo minuto della giornata finale di campionato. Dunque, contro il Torino per Conte urge provare a non sbagliare alcuna mossa, a cominciare dalla mai banale scelta del modulo: 4-3-3 con o senza Neres, quindi dando magari fiducia agli altri esterni in rosa, o 3-5-2 per rispolverare Raspadori e ricomporre l'asse di fuoco con Lukaku?

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